Sakakini vendé una tratta a giorni 40 per franchi 3800 al signor convenuto e questo, spirato appena il termine, ebbe sentore che la casa di Livorno sulla quale gravitasse la cambiale acquistata dal Sakakini fosse periclitante di fallimento e già avesse sospeso i pagamenti , si rifiutava sborsare detta somma,
Il tribunale consolare non potendo rigettare le pretese dell'attore abbenché i timori fossero veridici, timori che poco dopo chiarirono il fallimento di detta casa a Livorno, ma che erano di fatto ignorati giudizialmente, ha condannato il convenuto al deposito della somma in questione per misura conservatoria.
L'agente e console generale con due assessori e cancelliere.
Mentre era operato il deposito in cancelleria, e fatto notorio il fallimento in Livorno, il convenuto fu sudennizzato del suo avere.
ASDMAE, Tunisi, 261, Stato delle sentenze profferte nonché delle cause formali (1838), n. 5