Il signor Bartolomeo Calmarino, negoziante sardo qui stabilito vendé al signor Marius Ventre in data 29 agosto 1842 la somma di 12.000 franchi in tre distinte cambiali, al cambio di 16 che produsse la somma di piastre tunisine 15.000. A causa della fallita d'un certo signor N. Guillermine negoziante in Marsiglia da cui doveano 7 cambiali estinguersi, tornarono le medesime protestate. Il cambio nell'intervallo della contrattazione delle cambiali prelevate e ritiro in protesto fece un fortissimo aumento, da 16 essendo montato fino a 20 di modo che 15.000 piastre valevano 15.000 franchi. Il signor Ventre suddetto portatore delle lettere protestate instò per la rescissione del contratto e chiese al signor Calmarino la primitiva somma da lui sborsata con più 7 % per indennizzazione d'interessi e spese. Il convenuto opponendosi alle pretese dell'altro chiese la formazione d'un Tribunale consolare il quale rigettò la domanda del signor Ventre obbligando il signor Calmarino a pagare soltanto la somma di 12.050 franchi o con un'altra cambiale dello stesso valore, oppure in piastre al cambio del giorno del rimborso, ciò a scelta del portatore indicato, con più l'indennizzazione del [7 %] dal convenuto acconsentita. E condannò il signor Ventre nelle spese della procedura.
Interposto appello in data 12 ottobre 1842.
ASTo, Tunisi, 3, Stato delle sentenze proferte, 1842, n. 5