Il signor Luigi Ramura, suddito inglese, comprò dal signor Stefano Procurante, suddito sardo una partita sanguette [sanguisughe] condizionate entro mastelle, che ritirò dal magazzino di vendita senza riconoscerne il preciso numero e la totale qualità. Spedita dunque in tal modo in Malta si riconobbe colà che il numero in dette mastelle sistente non corrispondeva allo sborso dal compratore fatto nell'acquisto di esse, per cui si munì di certificati di quella dogana constatanti la deficienza della merce, e chiese perciò al venditore un'indennizzazione la quale essendo stata dal convenuto rifiutata, un Tribunale consolare venne convocato, il quale rincandò il signor Luigi Remura dalle sue pretese, condannandolo nelle spese procedenti dal giudizio (ASTo, Tunisi, 3, Stato delle sentenze proferte in virtù dei regi regolamenti, anno 1842, n. 4, sentenza di Raffaele Benzi)